La violenza fisica, dovuta alla loro fede, è il metodo di pressione più frequentemente denunciato dagli uomini cristiani (82% dei primi 50 Paesi della World Watch List, tra questi Corea del Nord, Afghanistan, Somalia, Pakistan, Libia, Iran, Yemen, India), superiore alle molestie economiche (mediante il lavoro) e alla detenzione inflitta dal governo (entrambi al secondo posto, citati dal 66% dei primi 50 Paesi della World Watch List). Lo afferma il Report specifico sulla Persecuzione religiosa di genere 2020, diffuso oggi da Porte Aperte, che analizza in modo approfondito le specifiche ripercussioni e differenze della persecuzione subita dagli uomini e dalle donne. Altra forma di pressione è “il reclutamento nelle milizie o nelle forze armate” che prende di mira uomini e ragazzi cristiani, “contro la loro volontà, per contrastare i valori cristiani della giovinezza. Nel 66% dei Paesi, il reclutamento mirato da parte delle milizie estreme o le prassi militari molto restrittive impongono ai giovani uomini mansioni ed esperienze completamente opposte alla fede e ai valori cristiani. Essi si sentono così in colpa e hanno una capacità relazionale ridotta, mentre diminuiscono le possibilità di pacifica edificazione della comunità cristiana. Nell’America Latina – si legge nel Report – i cartelli obbligano i giovani uomini a obbedire a comandanti violenti e vendicativi; nell’Africa sub-sahariana, le milizie reclutano i giovani uomini nei gruppi jihadisti”. Per proteggere i propri giovani, Porte aperte invita le comunità cristiane ad una maggiore consapevolezza del problema. “Queste – afferma il Report – possono non essere in grado di fermare tutte le forme di repressione mirate a limitare la loro libertà religiosa, ma possono esaminare le strategie utilizzate contro di loro (per creare il massimo danno) che dipendono dalle risposte alla violenza, prevedibili e modellate in base alla società. Grazie a questa conoscenza, i responsabili cristiani saranno in grado di proteggere i propri giovani, specialmente dagli aspetti della pressione destinati ad allontanarli definitivamente dalle proprie comunità”.