(da New York) “La Chiesa cattolica negli Stati Uniti è solidale con le persone colpite dal Coronavirus e con le loro famiglie, con gli operatori sanitari che stanno valorosamente cercando di diagnosticare e curare i pazienti e con coloro che sono in quarantena in attesa dei risultati del loro screening”. La vicinanza dei vescovi americani alle vittime del coronavirus si accompagna all’appello per un lavoro congiunto tra i governi per rispondere a un’emergenza internazionale, fatta anche di investimenti “in sistemi sanitari cruciali qui e in altri paesi, che prevengano e rispondano alle emergenze a livello di comunità”. “Lodiamo anche il governo degli Stati Uniti per il dono e il trasporto di oltre 17 tonnellate di forniture mediche in Cina”, si legge nella dichiarazione congiunta scritta da mons. David J. Malloy, presidente di Giustizia e Pax Usa, da Sean Callahan, presidente di Catholic Relief Services; e da suor Mary Haddad, Rsm, presidente dell’Associazione cattolica per la salute. I tre invitano il Congresso a provvedere sia all’assistenza internazionale nelle aree più colpite dal virus ma anche a “proteggere l’accesso alla rete di sicurezza sanitaria interna” messa in crisi dalle recenti riforme dell’amministrazione. I vescovi nella loro dichiarazione assicurano non solo sostegno alle organizzazioni nazionali e internazionali in prima linea nell’affrontare questa situazione rischiosa per la salute pubblica, ma assicurano che “gli operatori sanitari cattolici sono in prima linea nel fornire cure a coloro che sono colpiti dal virus”. Al momento, i casi accertati negli Usa sono 34.