(da Bari) “Avviare un processo di ascolto e di confronto, con cui contribuire all’edificazione della pace in questa zona cruciale del mondo”. Così il Papa ha riassunto il senso dell’incontro promosso dalla Cei a Bari. Incontrando i 58 vescovi provenienti da 20 Paesi, che hanno partecipato all’incontro “Mediterraneo frontiera di pace”, nella basilica di San Nicola – insieme ad altri loro confratelli, per un totale di circa 120 vescovi – ha definito “significativa la scelta di tenere questo incontro nella città di Bari, così importante per i legami che intrattiene con il Medio Oriente come con il continente africano, segno eloquente di quanto radicate siano le relazioni tra popoli e tradizioni diverse”. “Io credo che potremmo chiamare Bari la capitale dell’unità”, ha esordito a braccio, citando l’incontro del luglio 2018 con i capi delle Chiese d’Oriente: “Quella era la prima volta dopo il grande scisma, questa è la seconda volta”. “La diocesi di Bari, poi, da sempre tiene vivo il dialogo ecumenico e interreligioso, adoperandosi instancabilmente a stabilire legami di reciproca stima e di fratellanza”, l’omaggio di Francesco: “Non è un caso se proprio qui, un anno e mezzo fa, ho scelto di incontrare i responsabili delle comunità cristiane del Medio Oriente, per un importante momento di confronto e comunione, che aiutasse Chiese sorelle a camminare insieme e sentirsi più vicine”. Il Mediterraneo, nelle parole del Papa, “è il luogo fisico e spirituale nel quale ha preso forma la nostra civiltà, come risultato dell’incontro di popoli diversi”: “Proprio in virtù della sua conformazione, questo mare obbliga i popoli e le culture che vi si affacciano a una costante prossimità – la fotografia di Francesco – invitandoli a fare memoria di ciò che li accomuna e a rammentare che solo vivendo nella concordia possono godere delle opportunità che questa regione offre dal punto di vista delle risorse, della bellezza del territorio, delle varie tradizioni umane”.