(Bari) “Per noi Vescovi, provenienti da Paesi dove i cattolici sono minoranza, questo con-venire è un segno visibile dell’attenzione e della fraternità fra le Chiese del Mediterraneo”. Lo ha detto il card. Vinko Puljic, arcivescovo di Sarajevo e presidente della Conferenza episcopale di Bosnia ed Erzegovina, salutando in Papa al suo ingresso nella basilica di San Nicola, per l’incontro con i vescovi. “Nei nostri lavori, abbiamo cercato modi per realizzare la possibilità di mobilità, uguaglianza e libertà religiosa in tutti i Paesi del nostro Mediterraneo”, ha riferito il cardinale: “Come Pastori ci siamo fatti voce del dolore e della sofferenza delle nostre Chiese e dei nostri popoli. Nel Mediterraneo nord-orientale, alla fine del XX secolo, abbiamo vissuto, in misura maggiore o minore, un inverno di omicidi, distruzioni e persecuzioni. Ma non è primavera nemmeno per il Nordafrica e il Medio Oriente, dove le Chiese sopportano ferite e sofferenze, sotto forma di violenza, conflitti e divisioni di ogni tipo, causate in gran parte dai Paesi ricchi”. “A tutti noi è spezzato il cuore per la partenza di molti giovani, causata da guerre, ingiustizie e miseria. Tuttavia, siamo confortati da quei ragazzi che restano, mostrando un coraggio straordinario e un amore grande per il Paese e le persone con cui sono cresciuti”, ha proseguito Puljic: “Siamo anche lieti di vedere un alto numero di anziani, che credono profondamente che il presente e il futuro non siano principalmente nelle mani dei potenti di questo mondo, ma in quelle di Dio. Come Vescovi di questi Paesi siamo spesso tra i più forti sostenitori del dialogo, in termini di uguaglianza e amore per la Chiesa locale e per il popolo”. “Siamo contenti che, durante queste giornate, abbiamo incontrato cuori disposti ad ascoltare, pensare con noi e cercare insieme”, ha concluso Puljic.