Francia: da indagine emergono abusi sessuali e di potere da parte di Jean Vanier. Il “dolore” dei vescovi francesi

“Stupore e dolore”. È quanto esprimono i vescovi di Francia alla notizia dell’indagine aperta da L’Arche internationale sul comportamento di Jean Vanier nei confronti di diverse donne, nel corso degli anni, un comportamento che mescola potere spirituale e abuso sessuale “in continuità con la relazione spirituale che Jean Vanier ebbe con il padre Thomas Philippe, domenicano, e sotto l’influenza delle dottrine perverse di quest’ultimo”. In una dichiarazione del Consiglio permanente della Cef, i vescovi “ringraziano le donne vittime di Jean Vanier che hanno avuto il coraggio interiore di parlare di ciò che hanno sofferto” e a nome di tutti i vescovi della Francia, “assicurano la loro compassione per le donne che sono state così maltrattate. Esprimono la loro determinazione ad agire in modo da far luce”. Erano stati i leader della comunità de L’Arche a rendere pubbliche questa mattina le conclusioni dell’inchiesta da loro affidata a un organismo esterno e indipendente. Da questa indagine emerge che le donne aggredite sessualmente da Thomas Philippe hanno raccontato anche abusi sessuali commessi da Jean Vanier, “generalmente nell’ambito di un accompagnamento spirituale”.

Nella nota di oggi, i vescovi di Francia esprimono la loro fiducia nelle comunità de L’Arche, e soprattutto “la loro stima per i responsabili de L’Arche che hanno preso sul serio la testimonianza ricevuta” dalle vittime e “sono stati in grado di adottare i mezzi necessari per un’indagine indipendente e approfondita”. “I vescovi ringraziano i leader dell’associazioni per averli informati” e ribadiscono che “alla fine di questa indagine, non c’è nulla che indichi che le persone disabili siano state vittime di atti inappropriati da parte di Jean Vanier”. La Conferenza dei vescovi di Francia collaborerà con la Conferenza dei religiosi di Francia, con la Provincia francese dell’Ordine domenicano e la Congregazione dei Fratelli di San Giovanni “per continuare la necessaria opera di chiarimento” sul padre domenicano Thomas Philippe, morto nel 1993, e già riconosciuto responsabile di abusi nel 1956.

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