“L’omertà corrode come l’acido, ovunque passi”. A parlare è don Antonio Coluccia, prete antimafia che vive sotto scorta, ospite da una settimana a Gela per incontrare i giovani della diocesi, nell’ambito di una serie di iniziative sulla legalità promosse dalla locale Pastorale giovanile.“Nessuno può girarsi dall’altra parte – ha detto parlando ad un migliaio di persone, al termine di una marcia dal sagrato della chiesa madre -. La speranza deve avere indignazione e coraggio: solo così può esserci rinnovamento evangelico e miglioramento della società”. “Esiste una vita diversa che vi darà futuro, cioè il lavoro – ha proseguito rivolgendosi ai giovani -. I figli delle tenebre non possono vincere”. In testa al corteo, insieme con associazioni, volontari, scout, organizzazioni sindacali e politici, anche il vescovo della diocesi di Piazza Armerina, mons. Rosario Gisana, che ha sottolineato come “siamo nati l’uno per l’altro. Se l’altro cresce, cresco anche io”. “Si è nella legalità quando si è utili per gli altri e non quando si è ritorti su se stessi. “Quando si pensa solo a se stessi, si è mafiosi perché si è illegali quando si pensa solo al proprio interesse”, ha tuonato il vescovo. “Il miglioramento delle nostre relazioni nel rispetto di quello che siamo e l’interesse altrui, l’utile dell’altro sono invece il senso della legalità. Così – ha concluso – possiamo costruire una nuova città e possiamo camminare assieme”.