Coronavirus Covid-19: Scotti (Fimmg), in casi sospetti “triage telefonico e visita domiciliare con mascherina, tuta e occhiali”

Un triage telefonico e, in caso di sintomi sospetti, una visita domiciliare con mascherina, tuta, guanti e occhiali perché la parola d’ordine è curare i malati tentando di evitare i contatti a rischio. Alla luce dei nuovi contagi da coronavirus nel nostro Paese – al momento 17 -, Silvestro Scotti, segretario nazionale della Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg), spiega in un’intervista al Sir il piano messo a punto per evitare il contagio al medico di famiglia. “Il primo strumento per scongiurare i rischi di contatto è un triage telefonico”, esordisce. In presenza di sintomi sospetti, Scotti invita ogni paziente a contattare il proprio medico di famiglia che tramite una scheda appositamente predisposta potrà raccogliere il maggior numero di informazioni attraverso un triage telefonico – domande sui suoi contatti, capacità respiratoria, eventuali episodi di dispnea – per poter qualificare il caso”.  Di fronte ad una “valutazione forte” di sospetto, il medico assicurerà al paziente la sua presenza nella gestione del caso, ma sarà un medico indicato all’interno della rete territoriale dei medici di base ad affrontare, dotato dei necessari dispositivi di sicurezza, il contatto domiciliare con questo o anche altri pazienti dedicandosi loro in maniera specifica. A lui il compito di “validare il sospetto o escluderlo. Se lo valida, verranno attivati i meccanismi dell’isolamento, domiciliare o ospedaliero in base alla gravità del paziente; in entrambi i casi andranno attivati i meccanismi per ottenere la valutazione sierologica”. Solo con queste precauzioni, sottolinea Scotti, si può tentare di prevenire “il rischio che la medicina generale venga contaminata. Se uno o più medici di famiglia vengono contaminati e messi in quarantena, che cosa accadrà ai loro pazienti?”.

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