(da Bari) “Trasformare la xenofobia in xenofilia”. È questa, secondo mons. Charles Jude Scicluna, arcivescovo di Malta e presidente della Conferenza episcopale di Malta, l’indicazione di rotta che le Chiese che si affacciano sul Mediterraneo dovrebbero seguire, per affrontare in maniera corale la questione dell’accoglienza dei migranti. Intervenendo alla seconda conferenza stampa dell’incontro promosso dalla Cei a Bari sul “Mediterraneo frontiera di pace”, mons. Scicluna ha ricordato che la xenofilia (amore per lo straniero, ndr) “è un valore molto antico del Mar Mediterraneo, testimoniato dalle Sacre Scritture, e anche le nostre strutture e le nostre comunità ne hanno proprio bisogno”. “È la prima volta che incontro i pastori fratelli delle Chiese che si affacciano sul Mediterraneo”, ha sottolineato il vescovo: “Abbiamo scoperto di avere una narrativa comune, pur nelle nostre rispettive peculiarità”. “L’accoglienza ha bisogno anche di una solidarietà più ampia”, ha affermato Scicluna a proposito della sua “piccola isola”, che “ha a che fare ogni giorno con l’accoglienza dei migranti che sbarcano sulle nostre coste”. “Il naufrago ha bisogno di un aiuto immediato – ha testimoniato il presule – ma poi viene il dopo, e ciò procura stress nelle strutture dedicate all’accoglienza e nelle nostre comunità”. “Non possiamo dire ai politici cosa fare – ha precisato Scicluna sulla scia di quanto affermato a più riprese da Papa Francesco -, ma il nostro stare insieme è già una profezia in sé, e spero che sproni anche le autorità civili a fare tutto ciò che possono fare a favore dei migranti, sollecitati dalla nostra comune profezia”.