L’ex presidente boliviano Evo Morales non potrà correre alle elezioni del prossimo 3 maggio come candidato al Senato nel dipartimento di Cochabamba. Ieri la Camera plenaria del Supremo Tribunale elettorale (Tse) della Bolivia ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma che, dopo aver esaminato i requisiti presentati dai candidati alla presidenza, alla vice presidenza e al Parlamento, in conformità con le disposizioni della normativa vigente e le disposizioni della Costituzione politica dello Stato, è stata determinata l’incandidabilità per il Senato dell’ex presidente Evo Morales (Mas) a Cochabamba; dell’ex ministro degli Esteri Diego Pary (Mas) a Potosí; dell’ex governatore di Tarija Mario Cossio (Creemos) per non aver rispettato il requisito della residenza permanente. L’annuncio, come riferisce l’agenzia Fides, è stato fatto in una conferenza stampa dal presidente del Tse, Salvador Romero, il quale ha spiegato che è stata fatta una valutazione del concetto di residenza permanente e di ciò che rappresenta in termini di luogo di residenza e di domicilio nel “registro elezione”.
D’altra parte, è stata decisa anche l’esclusione della candidata alla vicepresidenza del Fronte per la vittoria (Fpv), Jasmine Barrientos, sempre per aver violato il requisito minimo di residenza permanente, mentre è stata respinta la richiesta di incandidabilità sollevata contro Luis Arce, candidato alla presidenza del Mas, il partito di Morales, che avrebbe invece soddisfatto tutti i requisiti richiesti dalla legge.
L’ex presidente Evo Morales, che ha abbandonato il Paese nel novembre scorso e ora vive in Argentina, ha affermato su Twitter che la decisione del Tse è un “golpe contro la democrazia”.