L’Italia è nuovamente a secco, anche se la situazione cambia notevolmente da regione a regione. A soffrire sono alcune aree del Mezzogiorno, ma pure il bacino del Po. Lo dice oggi l’Anbi (Associazione nazionale dei Consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle acque Irrigue), che in una nota scatta una fotografia aggiornata delle condizioni idriche della penisola.
Così, se il report settimanale dell’Osservatorio Anbi sullo Stato delle Risorse Idriche segnala una leggera riduzione del deficit nelle riserve d’acqua di Puglia e Basilicata, le due regioni in maggiore sofferenza, la situazione rimane difficile, seppur “a macchia di leopardo”, in Sicilia, dove mancano all’appello, rispetto ad un anno fa, circa 73 milioni di metri cubi d’acqua. Sull’Isola, poi, a peggiorare la situazione ci si è messo anche il caldo.
“Situazione anomala – dice ancora il bollettino –, anche per i grandi laghi del Nord, dove (sono rispettivamente al 24,7% ed al 27,9% della capacità di riempimento)”. Mentre rimane una “situazione differenziata anche in Emilia-Romagna, dove all’evidente deficit idrico dei fiumi Secchia e Savio, fortemente sotto la media, corrispondono quantità d’acqua record per il periodo, trattenute negli invasi piacentini del Molato e di Mignano”. Situazione buona anche in Sardegna.
Stando alle rilevazioni, anche i livelli idrometrici del fiume Po sono sotto la media stagionale e le portate sono costantemente monitorate. Tanto che ci si prepara a misure di contingentamento delle acque nei prossimi mesi. A preoccupare più di tutto, infatti, sono due condizioni: l’assenza di precipitazioni nelle prossime settimane e di neve sugli Appennini (che sta diventando scarsa anche sulle Alpi).