“Circa 6,5 milioni di persone in Sud Sudan – oltre la metà della popolazione – potrebbero trovarsi in una situazione di insicurezza alimentare acuta nel picco del periodo di carestia (maggio-luglio)”. È l’allarme lanciato oggi da Unicef, Fao e Wfp. La situazione è particolarmente preoccupante nelle zone maggiormente colpite dalle inondazioni del 2019, in cui la sicurezza alimentare è notevolmente peggiorata dallo scorso giugno, secondo il rapporto Scala di classificazione integrata della sicurezza alimentare (Ipc) pubblicato oggi dal governo del Sud Sudan e dalle tre organizzazioni delle Nazioni Unite. “Particolarmente a rischio – si legge in una nota – sono 20.000 persone che – a partire da gennaio – sono esposte ai livelli di fame più estremi (livello di ‘catastrofe’ dell’insicurezza alimentare o Ipc 5) nelle contee di Akobo, Duk e Ayod che l’anno scorso sono state colpite da forti piogge e necessitano di interventi intensi e urgenti”.
Da qui a luglio è previsto un graduale peggioramento della fame, soprattutto nel Jonglei, nell’Alto Nilo, Warrap e nel Bar El-Ghazal settentrionale, con oltre 1,7 milioni di persone esposte al livello di “emergenza” di insicurezza alimentare (fase Ipc 4), in seguito alle devastanti inondazioni e ai bassi livelli di produzione alimentare. Nel corso del periodo di carestia saranno 33 le contee a raggiungere il livello di “emergenza” di insicurezza alimentare, un netto incremento dalle 15 di gennaio.
In generale, a gennaio 5,3 milioni di sud sudanesi erano già in difficoltà nel reperire cibo a sufficienza ogni giorno, o erano esposti a livelli di insicurezza alimentare di “crisi” o peggiori (fase Ipc 3 e oltre).