“Con l’intesa di oggi in Conferenza Stato-Regioni nasce l’ospedale di comunità. È una conquista sociale molto attesa che caratterizzerà in meglio il nostro servizio sanitario”. Così il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, commenta il via libera all’ospedale di comunità. “Sarà una struttura di ricovero breve – spiega – per quei pazienti che, a seguito di un episodio di acuzie minori o per la riacutizzazione di patologie croniche, necessitano di interventi sanitari a bassa intensità clinica. L’ospedale di comunità svolgerà insomma una funzione intermedia tra la cura domiciliare e il ricovero ospedaliero”. Con l’intesa odierna sono stati definiti i requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi minimi per l’autorizzazione all’esercizio degli ospedali di comunità pubblici o privati. “Un traguardo già fissato nel Patto per la salute 2014-2016 che ora – conclude Bonaccini – viene raggiunto grazie all’intenso lavoro congiunto delle Regioni e del Governo”. Con sede propria o collocato in strutture sanitarie polifunzionali o residenziali, e sempre riconducibile all’assistenza territoriale, l’ospedale di comunità ha un numero limitato di posti letto, tra 15 e 20, ed è destinato a pazienti con patologia acuta minore che non necessitano di ricovero in ospedale, o con patologie croniche riacutizzate che devono completare il processo di stabilizzazione clinica, con una valutazione prognostica di risoluzione a breve termine (15-20 giorni). La gestione delle attività è riconducibile all’organizzazione distrettuale e/o territoriale delle aziende sanitarie; la responsabilità clinica dei pazienti è attribuita a un medico di medicina generale, mentre la responsabilità assistenziale è in capo all’infermiere secondo le proprie competenze, ed è garantita h 24.