(da Bari) Stiamo vivendo in Europa una “globalizzazione dell’indifferenza” e un “cambiamento d’epoca che non lascia intravedere soluzioni all’orizzonte e la strada su cui camminare”. Per questo è importante mettersi “in ascolto e discernere insieme dove sta soffiando lo Spirito”. Lo ha detto il card. Juan José Omella y Omella, arcivescovo di Barcellona, presentando questa mattina ai giornalisti le riflessioni che hanno caratterizzato a Bari la seconda giornata dei lavori, in gruppo, dei vescovi riuniti per l’Incontro sul Mediterraneo e centrati oggi sul tema della trasmissione della fede alle nuove generazioni. Due le convinzioni dell’arcivescovo: la prima è che la fede si trasmette per testimonianza e non con le parole. La seconda è che ad attrarre oggi le nuove generazioni possono essere solo comunità dove c’è comunione, fraternità, amore e gioia, ricordando la frase del Vangelo che dei primi cristiani dice: “Guarda come si amano e sono pronti a dare la vita gli uni per gli altri”. Il cardinale ha quindi riconosciuto che in Europa le persone guardano con “disaffezione e delusione” alla Chiesa, soprattutto a causa degli abusi e del denaro. “La Chiesa ha duemila anni di storia ed è piena di difetti ma è anche la migliore madre che per tutto questo tempo ha custodito il miglior tesoro che l’umanità ancora oggi può trovare e cioè il messaggio di Gesù”.