Quanto accaduto nella notte ad Hanau, in Germania, dove un giovane di estrema destra ha assassinato 11 persone, prendendo di mira i bar notoriamente frequentati dalla comunità turca, “non può essere ricondotto solo al gesto di uno sconsiderato ma va analizzato nel più ampio contesto di un risorgente estremismo di destra. Un fenomeno che spaventa e che trova sponda nel disagio urbano e sociale, nel clima di odio, di disprezzo dell’altro e di violenza verbale di cui siamo testimoni ogni giorno”. È il monito di Barbara Lucini, del Centro di ricerca “Itstime” (Italian Team for Security, Terroristic Issues & Managing Emergencies), del Dipartimento di Sociologia dell’Università Cattolica di Milano. Commentando al Sir la strage di Hanau, Lucini, che è uno degli autori del “Primo Rapporto sul radicalismo e il terrorismo in Europa #Ract2020”, che sarà presentato il 25 febbraio a Roma, rimarca come “fenomeni riconducibili ad un orientamento di estrema destra siano cresciuti del 320% negli ultimi cinque anni. Potremmo essere, dunque, davanti ad un punto di cambiamento dell’estremismo di destra”. “Ciò che bisogna verificare – aggiunge – è la tendenza all’aggravamento e all’effetto contagio, vale a dire la replicabilità di questi gesti”. Per quanto riguarda il contesto tedesco, in cui è maturata la strage di Hanau, Lucini ricorda che “la presenza etnica turca e curda rappresenta un bersaglio specifico, così come l’antisemitismo”. Fatti che devono portare ad “una seria riflessione sullo stato della comprensione dell’estremismo di destra e della sua portata”. Non è un caso che “lo scorso 1° novembre il Consiglio comunale di Dresda ha votato una mozione (39 voti a favore e 29 contrari) finalizzata a dichiarare lo stato di emergenza per la situazione relativa all’estremismo nazista”.