“Ribadire la piena dignità della vita di una persona in ogni momento”: questo, spiega in un’intervista al Sir Chiara Mantovani, medico e bioeticista, consigliere nazionale dell’associazione Scienza & Vita, l’obiettivo dell’incontro “Ricordati di me. Oltre la fine che verrà” in programma questo pomeriggio a Roma. “La malattia – osserva – causa una perdita, oltre che dell’autonomia fisica, anche della stima di sé perché la persona malata si percepisce come un qualcosa che si è guastato. Di qui l’importanza di aiutarla a riappropriarsi della propria dignità, ossia della convinzione che si vale per il solo fatto di essere noi stessi”. Secondo la bioeticista, il paziente deve imparare a “rivolgere a se stesso lo sguardo della fondatrice dell’hospice, Cicely Saunders che diceva: ‘Tu vali in ogni condizione; io ti curo perché sei tu’”. Il parlare di sé nel tempo che rimane diventa allora “un rendersi conto del proprio valore per sé e per il resto del mondo. Un passaggio chiave all’interno delle cure palliative che, messe in atto da un’équipe multidisciplinare, includono oltre al sollievo dal dolore anche la presa in carico degli aspetti spirituali, psicologici e relazionali perché è nella totalità della dimensione metafisica e fisica che troviamo la cifra del nostro essere”, conclude la bioeticista. L’evento odierno segna l’avvio di un percorso che vedrà Scienza & Vita impegnata sul territorio nazionale in un’opera di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul tema dell’accompagnare e prendersi cura di chi è in fase terminale. E proprio sulle cure palliative sarà incentrato il convegno nazionale associativo di fine maggio.