“Le campane sono il simbolo dell’eternità nei nostri villaggi: indicano una presenza, una voce o un battito che va lontano. Queste campane sono arrivate per grazia di Dio qui ad Accumoli e tante persone si sono mosse affinché gli abitanti potessero avere di nuovo un forte punto di riferimento”: così padre Carmelo Giannone ha espresso la sua soddisfazione per la recente costruzione del campanile antisismico presso l’aula liturgica del centro di comunità della parrocchia Santi Pietro e Lorenzo di Accumoli. Il progetto, scrive oggi il sito www.andareoltre.org, voluto dalla diocesi di Rieti per raccontare la ricostruzione, è stato promosso da Caritas Italiana e ha visto coinvolte la giunta comunale di Accumoli e la stessa diocesi reatina. “Anche se il campanile è stato costruito dopo la nota stonata del terremoto – ha continuato il religioso – quella nota stonata ora fa parte della nostra vita e noi dobbiamo narrarla. Il racconto del nostro ricominciare è la storia di una nuova possibilità. La nostra vita non è fatta per gettare la spugna; al contrario, è fatta per andare avanti, secondo il valore della Risurrezione: Accumoli non potrà tornare come era prima, ma risorgerà in un modo nuovo”. La campana è quindi un segno di rinascita, “una nota che rende più bella l’armonia della vita, un altro modo per lodare il Signore, un minareto lanciato nel cielo che ci indica che siamo fatti per la vita e la Risurrezione e che la morte non avrà l’ultima parola. Siamo noi la forza che dona speranza al nostro presente e ai nostri progetti futuri”.