(Bruxelles) Quali sono le disponibilità, l’accessibilità e quale l’adeguatezza dei servizi alle persone che vivono in condizioni di povertà per la promozione dell’inclusione sociale in Europa è l’oggetto del rapporto che Caritas Europa ha presentato oggi a Bruxelles. “Promuovere l’accesso ai servizi per aiutare le persone a uscire dalla povertà”, il titolo del rapporto che valuta la situazione nei Paesi europei, attraverso la lente di tre servizi comuni a tutti: servizi pubblici per l’impiego, politiche abitative e servizi di educazione e cura della prima infanzia, a cui si aggiungono alcuni servizi specifici per Paese. In generale, emerge che “l’accesso ai servizi è limitato o escluso per gruppi di persone in determinate condizioni come i senzatetto, i richiedenti asilo in particolari fasi della procedura di asilo e i migranti privi di documenti”. La maggior parte dei servizi sociali e di assistenza è rivolta a gruppi specifici di popolazione ma spesso “non sono sufficientemente adattati alle esigenze del singolo utente e quindi non in grado di fornire risposte adeguate alle esigenze specifiche”. Quanto ad esempio ai servizi pubblici di collocamento, “coloro che si trovano ad affrontare le maggiori difficoltà nell’accedere a questi servizi nella maggior parte dei paesi esaminati sono: persone di origine migrante, in particolare se richiedenti asilo, rifugiati, privi di documenti, i rom e i senzatetto”. Ma in alcuni Paesi è difficile anche per altri gruppi come anziani, persone scarsamente istruite, giovani in cerca di lavoro e persone con disabilità. Una difficoltà, che riguarda ad esempio l’Italia, il fatto che questi servizi non siano diffusi su tutto il territorio nazionale o siano solo nei centri più grandi.