“Sì, si può diventare insensibili alla sofferenza altrui, si può banalizzare il male, voltarsi dall’altra parte nel vedere centinaia di profughi nei viaggi della disperazione, nella speranza di un futuro onesto e migliore, di una terra di pace e di convivenza serena e operosa. Il Vangelo è chiaro e non può essere cambiato secondo le mode o le convenienze: chi specula, per qualunque motivo, sulla miseria e la paura altrui perde la propria umanità”. È l’ammonimento del card. Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova che in qualità di presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee), parteciperà da domani a Bari all’incontro della Cei sul Mediterraneo. In una intervista al Sir, il cardinale si sofferma a parlare dei disperati in mezzo al mare, dei salvataggi nel Mediterraneo e dei porti chiusi. “L’Europa – argomenta – deve individuare una vera politica per il fenomeno migratorio, senza ipocrisie e interessi nascosti: ogni uomo ha dignità in sé, non può essere considerato perché “conveniente” per qualcosa”. E aggiunge: “L’Europa non deve perdere la sua anima. Se l’Europa oscura la fede cristiana perde se stessa. Lo si vede! I valori più elementari di sempre come il rispetto dell’altro, l’attenzione al bisognoso, il primato della persona a prescindere, la promozione della vita umana sempre, della famiglia, la serietà educativa, la gratuità, non reggono a lungo se staccati dalla loro fonte che è Dio”. E sulle derive populiste, il cardinale avverte: “Il popolo è una parola seria, il populismo è una patologia che illude il popolo e lo tradisce. Così è per la sovranità di un popolo rispetto al sovranismo. Gli “ismi” di solito si proclamano superiori e si chiudono agli altri. Il cristiano sa di avere un volto che gli è stato dato da Dio: è creato e redento in Cristo. Quindi ha la dignità di figlio di Dio e fratello, scopre negli altri il volto del Volto del Creatore, il riflesso dell’Icona di Gesù. A partire da questa realtà donata, il cristiano entra in dialogo con tutti senza timori o complessi, senza rivendicazioni di superiorità e senza minimalismi, in un rapporto di verità, amore e giustizia che significa reciprocità. Ciò vale anche per i popoli e gli Stati”.