(da Assisi) “La forza della parola che lanciamo nasce dai momenti spirituali, perché noi diventiamo le parole che ascoltiamo, comunichiamo le parole che abbiamo ricevuto e condizioniamo gli altri con le nostre parole che mediano l’opinione pubblica. Le parole possono distruggere e fare rinascere”. Lo ha detto padre Francesco Occhetta, scrittore de La Civiltà Cattolica e consulente ecclesiastico dell’Ucsi, stamani dnel corso della la scuola di formazione dell’Unione cattolica della stampa italiana “Giancarlo Zizola”, che si sta svolgendo ad Assisi. “Oggi, l’unico antidoto alle culture dei populismi, anche giornalistici, sono le comunità”, ha aggiunto. Dopo aver letto un brano del Vangelo di Matteo sulla tentazione di Gesù nel deserto, il gesuita ha evidenziato che “tutte le volte che si entra nella vita pubblica, e la si vuole vivere in una certa maniera, si viene gettati nel deserto e tentati”. “La tentazione è una lotta interiore che va attraversata”, ha osservato. Soffermandosi sulle varie tentazioni, il consulente Ucsi ha spiegato che “il denaro non è tutto, è un mezzo, non un fine”. E che “con il male non si fanno patti. Quando si dice un ‘no’ chiaro, sparisce”. “Come Ucsi dobbiamo ricostruire la nostra vita, la spiritualità è una grande fonte – ha concluso p. Occhetta -. Bisogna monitorarla, perché i tempi e le fasi della vita cambiano. Se vogliamo costruire una comunità dobbiamo costruire un’identità, recuperando una forza spirituale”.