Mezzogiorno: Save the Children, “investire nei servizi per l’infanzia di qualità”

La povertà pesa ancora molto sulle piccole spalle di bambini e adolescenti del Sud, dove il percorso di crescita e quello educativo spesso non riescono a fare la differenza in positivo. A ribadirlo è Save the Children, organizzazione internazionale da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro. Nel giorno in cui il Governo presenta il ‘Piano Sud 2030’, Save the Children rinnova alle istituzioni la richiesta di investire, al Sud Italia, nei servizi per l’infanzia affinché il divario territoriale non diventi un baratro.
In Regioni come Calabria e Campania – si legge in una nota – solo il 2,6% e il 3,6% dei bambini frequenta un nido pubblico, contro la media nazionale del 12,3%, che sale al 24% se si considerano anche i servizi integrativi. Secondo Raffaela Milano, direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children, “occorre garantire a tutti i bambini servizi educativi di qualità, che li accompagnino nelle diverse fasi della crescita, nonché misure a sostegno delle loro famiglie e della conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare. Solo così potremo contrastare i fattori che alimentano il divario tra nord e sud”. “Si concentra infatti nelle Regioni del Sud – prosegue – il più alto tasso di povertà minorile, con oltre mezzo milione di bambini e adolescenti in povertà assoluta, cioè senza il necessario per condurre una vita quotidiana dignitosa”.
Nel Mezzogiorno infatti – fa sapere l’Ong – l’offerta del tempo pieno a scuola o di un servizio essenziale per la crescita dei bambini è ancora carente. Nelle regioni meridionali è presente solo in poco più di 1 scuola primaria su 10 (11,9%), contro il 37,7% del nord-ovest. Di conseguenza, è chiaro che per una mamma che vive nelle regioni del Sud è ancora molto difficile conciliare la vita professionale con quella familiare.
“Operando come Save the Children nelle aree più difficili del Mezzogiorno – aggiunge Milano – sappiamo come la povertà materiale per i bambini facilmente si trasformi in povertà educativa, cioè nell’impossibilità di far fiorire i propri talenti e costruire liberamente il proprio futuro. Per lo sviluppo del Sud – conclude la responsabile – è indispensabile intervenire per spezzare questo circolo vizioso tra povertà materiale e povertà educativa che oggi pesa come un macigno sul futuro dei bambini del Sud”.

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