Papa Francesco: ricevuto in udienza il presidente del Mali

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

È durato 16 minuti il colloquio privato tra il Papa e il presidente del Mali, Ibrahim Boubacar Keïta, il quale ha successivamente incontrato il card. Pietro Parolin, segretario di Stato, accompagnato da mons. Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati. “Nel corso dei colloqui in Segreteria di Stato, svoltisi in un clima cordiale – riferisce la Sala Stampa della Santa Sede – sono state evocate le buone relazioni bilaterali esistenti, e si è parlato della situazione interna del Paese, con particolare riferimento a quella umanitaria e di sicurezza, messa in pericolo a causa della diffusione del radicalismo religioso e del terrorismo”. Successivamente, “si è fatto riferimento ad alcune questioni d’interesse regionale e internazionale, tra le quali la crescente insicurezza alimentare nella regione del Sahel, il fenomeno migratorio e il mantenimento della pace nell’Africa occidentale”.
Il presidente malese – ha reso noto il “pool” di giornalisti ammessi a seguire l’incontro – era vestito con un abito tradizionale bianco, mentre sua moglie indossava un abito lungo tradizionale blu e celeste. Quindici le persone al seguito. Il Papa, che è apparso molto gioviale, nell’accogliere presidente ha scambiato con lui qualche parola in francese, prima di entrare nella biblioteca. Francesco ha regalato al suo ospite la medaglia di San Martino, e nel consegnargliela ha detto: “Questo è San Martino che copre con il suo mantello il povero”. Poi la consegna del Messaggio per la Giornata mondiale della pace e della Laudato sì: “Questo è il libro sulla nostra casa comune”, le parole del Santo Padre, che ha donato al presidente malese anche il Documento di Abu Dhabi sulla fratellanza umana. “Questo è quello di cui abbiamo parlato”, il commento papale, che ha illustrato la copertina del messaggio, in cui è rappresentato l’incontro di San Francesco con il sultano. Il presidente del Mali ha regalato al Santo Padre un tappeto di cuoio da appendere al muro, un prodotto artigianale realizzato dalle donne della regione centrale del Paese. “Preghi per noi, il mondo intero apprezza le sue parole”, ha detto il capo di Stasto congedandosi: “Noi abbiamo molto da piangere, ma nella nostra notte abbiamo una luce che è la sua attenzione per la cura dell’umanità”.

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