“La crisi ambientale che stiamo vivendo in questi anni ha prodotto trasformazioni importanti dell’economia e degli stili di vita nella società”. Lo ha detto il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, intervenendo all’incontro organizzato dall’Ucid a Palazzo Altieri. “Non siamo ancora a un livello adeguato rispetto all’urgenza dei cambiamenti climatici in corso, ma è bene anche vedere il positivo che si muove nel nostro Paese”, l’analisi del cardinale: “Ciò capita grazie al contributo di politici, imprenditori, economisti e lavoratori che hanno raccolto la sfida”. Sotto questo punto di vista, “l’Italia appare un cantiere aperto con esperienze di economia circolare, prassi virtuose di cittadinanza e investimenti nei settori della cura delle persone e dell’ambiente”. “Il Paese non è fermo, grazie al coraggio e alla creatività di molte persone”, ha detto il presidenti della Cei: “Si pensi agli imprenditori che attraggono investimenti finanziari per il coraggio con cui hanno innovato in diversi ambiti produttivi. Oppure si guardi all’housing sociale, che affronta insieme il tema abitativo e quello ecologico evitando consumo di suolo. Mostrano una bella capacità generativa le cooperative di comunità che non si rassegnano alla chiusura delle scuole, dei negozi, delle imprese e persino delle canoniche per ripensare le aree interne del Paese. Ci sono giovani imprenditori agricoli che investono nella salvaguardia della biodiversità mediante il recupero di semi antichi, la produzione biologica e la rinuncia a diserbanti chimici inquinanti i terreni. Fanno ben sperare le esperienze di albergo diffuso che stanno nascendo a tutela delle comunità e in favore di un turismo sostenibile. Persino la valorizzazione delle bellezze artistiche e l’attività enogastronomica hanno conosciuto una fiorente crescita economica, a dimostrazione che «di cultura non si muore”. Non è un caso, infine, “che dalla riconciliazione tra ecologia ed economia stiano nascendo nuove figure professionali, nuove competenze, nuove imprese e, dunque, nuovo lavoro”.