(Bruxelles) Un documento di routine, apparentemente innocuo, definito oggi nella sede del Consiglio dell’Unione europea a Bruxelles, interviene, senza citarla, sulla futura Conferenza sul futuro dell’Europa. Come risaputo, tale Conferenza, che dovrebbe ripensare e rilanciare le politiche e le istituzioni Ue, prenderà forma da una prossima “dichiarazione congiunta” a firma delle tre principali istituzioni comunitarie. Ossia Parlamento, Consiglio e Commissione europea. Questo è quanto scritto, nero su bianco, in recenti prese di posizione delle tre citate istituzioni.
Ma nel documento odierno, redatto in inglese dal Segretariato generale del Consiglio, si legge: “Le dichiarazioni congiunte (Joint Declarations, JDs) si sono dimostrate preziose in passato nel contribuire a semplificare la cooperazione tra le tre istituzioni sulla procedura legislativa e a raggiungere risultati tangibili. Le dichiarazioni comuni – prosegue il testo – sono documenti politici e non comportano alcun impegno giuridico da parte delle istituzioni”. Quest’ultima riga lascerebbe intendere che, nonostante la “solennità” che si vorrebbe assegnare alla ormai prossima Conferenza sul futuro dell’Europa, da essa non scaturirebbero impegni contraenti (ad esempio, riforme istituzionali o altro) per le istituzioni dell’Unione europea. Da parte del Consiglio (in cui sono rappresentati, è bene ricordarlo, i governi dei Paesi membri) una sorta di depotenziamento della stessa Conferenza?