“Per il 67% degli adolescenti che hanno risposto al sondaggio, i social rappresentano il canale sul quale si informano e si attivano rispetto ai temi sociali, civici o politici di maggiore interesse per loro, seguita dalla scuola (65%) .Tra i temi che maggiormente riscuotono l’interesse dei ragazzi e delle ragazze vi sono: i cambiamenti climatici e la difesa dell’ambiente (60%), la lotta contro discriminazioni, bullismo e stereotipi (53%), l’immigrazione (25%), i problemi della scuola e i diritti dei minori (18%)”. Lo si legge nel dossier “Dai like alle piazze: giovani e partecipazione civica on line”, diffuso da Save the Children, in occasione del Safer Internet Day 2020, la Giornata mondiale per la sicurezza in rete istituita e promossa dalla Commissione europea per un uso consapevole della rete, un ruolo attivo e responsabile di ciascuno per rendere internet un luogo positivo e sicuro.
Una buona parte dei ragazzi interpellati si adopera per diffondere on line queste informazioni principalmente attraverso il “mi piace” (45% circa) o condividendole sulla propria bacheca o profilo (46%), mentre 1 su 20 (6%) fa un passo in più e contribuisce creando in rete un nuovo contenuto sulla tematica in questione, e un, pur ristretto, 4% arriva anche a scrivere un appello o una petizione di raccolta firme per raggiungere un obiettivo prefissato.
Questo attivismo digitale, che è stato definito come un “attivismo pigro”, rimane tuttavia confinato nel web solo nel 13% dei casi. “Più della metà dei ragazzi attivi on line traduce l’impegno anche in azioni dirette di cittadinanza, per cambiare concretamente le cose, partecipando a eventi di sensibilizzazione o mobilitazione collettiva legati alla tematica di interesse – evidenzia il dossier -. È la difesa dell’ambiente la causa che sembra stimolare di più il passaggio all’azione dei ragazzi: l’83% di quelli che hanno ‘abbandonato la tastiera’ per uscire in strada e partecipare a manifestazioni o cortei ha infatti seguito assiduamente on line questo tema negli ultimi due anni”. Dall’indagine, in ogni caso, sembra emergere come “l’impegno on line divenga per molti una chiave di accesso per una dimensione di impegno diretto sul territorio”.
L’esempio dei genitori, e in particolare quello della figura materna, sembra avere un effetto positivo sulla decisione di attivarsi anche fisicamente per le cause sociali, civiche o politiche conosciute on line. “Gli adolescenti, con una madre attiva su queste cause, hanno maggiori probabilità di essere iscritti ad associazioni di volontariato (41%) rispetto a quelli con una madre non attivamente impegnata socialmente o politicamente (27%); l’81% di chi ha dichiarato di non essere mai passato dalla dimensione on line a quella reale ha una madre che non è attiva su questi temi – chiarisce l’indagine -. Un altro fattore di rilievo in questo senso sembra essere anche l’abitudine alla lettura dei libri da parte dei ragazzi. Il 57% di chi partecipa ‘spesso’ e il 47% di chi partecipa ‘qualche volta’ anche fisicamente ad eventi che ha seguito on line, dichiara infatti di aver letto più di 3 libri extrascolastici nell’ultimo anno, contro il 9% e il 12%, rispettivamente, di chi non ne ha letto neanche uno”.