“C’è stato un aumento dei discorsi d’odio. L’odio esiste ed è frutto della sofferenza delle persone e del loro disagio”. Lo ha detto Michele Kettmajer, presidente dell’Istituto di ricerca e sviluppo sull’informazione MediaCivici, durante il convegno sul discorso d’odio organizzato da Mediavox dell’Università Cattolica. “La società dà una mano agli odiatori – prosegue -. Se non ci fossero ragioni di scontento gli odiatori avrebbero più difficioltà a uscire allo scoperto”. Cosa fare? “Non possiamo ridurre la libertà di espressione – risponde – ma non possiamo nemmeno giustificare qualsiasi cosa venga detta sul web. Potremmo ragionare con un approccio ecologico applicato nel mondo della comunicazione come negli anni ‘70. Il senso della società sarà quello di costruire una coscienza come è stato fatto negli anni 70”. Kettmajer ha ricordato che il 3 dicembre scorso la Commissione europea ha presentato un piano per la salvaguardia la democrazia che prevede di modificare l’articolo 83 del trattato dell’Unione in cui vengono elencate le sfere di criminalità da combattere in modo organico. “La Commissione ha chiesto di inserire l’incitamento all’odio e l’odio on line. Cambiare un articolo di un atto fondativo è un fatto importante e l’Unione ha capito che è un passo da fare”. Fra le intenzioni della Commissione c’è quella di “Dare più responsabilità alle piattaforme dei social network. L’Unione così interviene a gamba tesa. Come se si volesse farle diventare di proprietà comune”.