“La vita c’è, la vita va sempre protetta”. È questo il titolo scelto dalla Casa della carità di Milano per il suo presepe che, come da consuetudine, è allestito all’ingresso della sede di via Brambilla, visibile a tutti a partire da ieri e fino al 6 gennaio. “Inevitabile quest’anno il riferimento al Covid e a quelli che il virus ha ferito più duramente: oltre a chi è stato direttamente colpito dalla malattia, ci sono gli anziani, i sofferenti psichici, i più poveri, tutti coloro che sono considerati “scarti”, quelli di cui, a causa della pandemia, ci si è dimenticati, ma le cui sofferenze non sono scomparse”, si legge in una nota, che aggiunge: “Tutta questa umanità fragile è rappresentata da Gesù Bambino, collocato in una grande sfera trasparente al centro della scena, protetto dagli attacchi del virus da una persona dotata di tutti i dispositivi di sicurezza, a rappresentare coloro che in questi mesi si sono presi cura dei più fragili: i medici, gli infermieri e tutto il personale sanitario impegnato in prima linea negli ospedali, ma anche per ricordare quanti, pur non essendo sul fronte dell’emergenza sanitaria, si sono spesi e si stanno spendendo con passione e professionalità per continuare a offrire aiuto e prossimità a chi è in difficoltà: gli educatori delle comunità, gli operatori sociali, chi lavora nelle strutture di accoglienza o nelle Rsa”. Sul fondale c’è poi una cartina geografica del mondo, come richiamo all’enciclica “Fratelli tutti”.
“L’arrivo del Natale ci fa riflettere sul valore della vita, sull’aggrapparci a essa, sullo stupirci dell’esistenza che sa germogliare anche laddove incombe la pesantezza della morte e del dolore, come in questo momento segnato dalla pandemia. Sentiamo che non dobbiamo restare indifferenti verso questa energia così potente della vita e allora avvertiamo che il Natale mette in moto quei sentimenti caldi di benevolenza, di mitezza, di misericordia, che Papa Francesco richiama continuamente nella Fratelli tutti”, afferma don Virginio Colmegna.
A Natale alla Casa della carità non si svolgerà il grande pranzo comunitario, che ogni 25 dicembre raduna in via Brambilla ospiti, operatori e volontari, ma anche gli anziani del quartiere e tante persone che desiderano trascorrere il giorno di Natale insieme. Non mancherà però il calore del Natale, soprattutto per i “nonni” della Casa della carità, gli anziani del quartiere Adriano e Crescenzago che frequentavano il centro diurno della Fondazione, fermo da fine febbraio. In questi mesi, gli operatori hanno continuato a seguirli a distanza. In occasione delle feste, si cercherà di andarli a trovare – rispettando tutte le condizioni di sicurezza – consegnando loro un piccolo dono. E anche gli anziani faranno un regalo alla Casa della carità: l’albero di Natale della sede di via Brambilla sarà infatti addobbato con i centrini all’uncinetto realizzati dalle nonne del gruppo. “Non potremo darci l’abbraccio che vorremmo, ma avremo sguardi carichi dell’affetto e della forza dei legami che non si sciolgono”, conclude don Colmegna.