Lituania: lettera dei vescovi per Avvento e Natale. Difendere la vita, promuovere la democrazia, aiutare poveri e migranti

In “Aspettando il Natale”, lettera pastorale pubblicata nella festa dell’8 dicembre, i vescovi lituani muovono dal contesto della pandemia per descrivere l’ansia, ma anche “la scoperta di nuove possibilità” che ogni crisi genera, a partire dalla “opportunità di sviluppare la nostra capacità di entrare in empatia e aiutarci a vicenda”. E riflettendo sul mistero del Natale, i vescovi toccano una serie di questioni centrali per i cristiani. Riaffermare il “valore incondizionato della vita umana” e il fatto che “ogni persona è degna dello stesso rispetto” è occasione per ribadire che “la morte di un nascituro, la distruzione di embrioni durante la ricerca o l’inseminazione artificiale, l’eutanasia sono inaccettabili”. Parlando di democrazia, i vescovi affermano che essa “è forte tanto quanto è concesso nello spazio pubblico al convivere di ogni opinione, anche se diversa, persino ostile” ma che “qualsiasi polarizzazione deve essere superata con il rispetto della libertà di coscienza”. In riferimento all’“inverno demografico”, affermano poi che “la società e lo Stato sono forti nella misura in cui proteggono e difendono i diritti della famiglia”, che “non è solo un costrutto sociale o giuridico”, né “una convivenza legata da legami affettivi o di proprietà”, ma “una comunità naturale che nasce dalla complementarità dei diversi generi”. Il cercare “un’adeguata protezione legale per altre forme di convivenza” non può avvenire “cambiando i concetti di famiglia o matrimonio”.
E poi, con riferimento a “Fratelli tutti” di Papa Francesco, i vescovi arrivano ad affermare che “una società prospera e la pace arriva quando i diritti umani naturali vengono riconosciuti e il loro autore Dio viene confessato. Ciò salva la società dalla minaccia del totalitarismo” e diventa “motivazione più efficace per aiutare i poveri, rispettare i migranti e i rifugiati, ridurre l’esclusione sociale e costruire una società più umana”. Tanto più in questo tempo difficile. E la Chiesa, che “sente il dovere e la responsabilità di parlare di importanti questioni morali e speranze”, in questo modo “pone le basi di una società democratica e contribuisce allo sviluppo di una civiltà dell’amore”. E così “continua a incarnare l’evento natalizio nella storia umana, nei cuori e nella cultura delle persone di oggi”.

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