“Maria è Immacolata perché diventa la serva del progetto di Dio. Il corpo segno del peccato diventa il segno della grazia. E Maria diventa la nuova Eva, la nuova Madre di tutti. L’Immacolata è la festa di questa nuova maternità di Maria, che ci fa scoprire tutti figli, fratelli”. Lo ha detto l’arcivescovo di Ferrara-Comacchio, mons. Gian Carlo Perego, nell’omelia della Messa che ha celebrato ieri nella solennità dell’Immacolata nella basilica di San Francesco, a Ferrara. “La carità abbonda nelle nostre Chiese, nelle nostre città – ha osservato il presule -, ma ha bisogno di persone, laici, presbiteri, diaconi, consacrati che con il loro stile di vita rendano capace la comunità cristiana ad accorgersi, a fermarsi, a non andare oltre, a non dimenticare i più poveri, a trasformare i servizi, ad educare alla carità le giovani generazioni, a vivere la consapevolezza di una fede legata alla vita e, in particolare alla vita dei più poveri”.
Ricordando, poi, che ieri l’Azione Cattolica ha celebrato la Giornata dell’impegno, l’arcivescovo ha ricordato che si tratta di “un’associazione di laici che ha ‘come primo impegno la presenza e il servizio nella Chiesa locale'”. Quindi, ha indicato la visita di Maria ad Elisabetta e la parabola del Samaritano come “modelli per la nostra testimonianza cristiana”, perché – mons. Perego ha spiegato citando la Fratelli Tutti di Papa Francesco – “cerchiamo gli altri e ci facciamo carico della realtà che ci spetta, senza temere il dolore o l’impotenza, lì c’è tutto il bene che Dio ha seminato nel cuore dell’essere umano”. Infine, l’invito ad “aiutare la Chiesa a camminare con voi, a non andare oltre, a non girare gli occhi da un’altra parte, a non vergognarsi di fermarsi e condividere, a essere ‘una Chiesa che serve’, sull’esempio di Maria”.