San Giuseppe, “padre nell’obbedienza”, che nei suoi quattro sogni dà compimento alla storia della salvezza. È uno degli affreschi contenuti nella lettera apostolica “Patris Corde”, scritta dal Papa in occasione del 150° anniversario della dichiarazione di San Giuseppe quale Patrono della Chiesa Universale. “In ogni circostanza della sua vita, Giuseppe seppe pronunciare il suo ‘fiat’, come Maria nell’Annunciazione e Gesù nel Getsemani”, il commento di Francesco: “Giuseppe, nel suo ruolo di capo famiglia, insegnò a Gesù ad essere sottomesso ai genitori, secondo il comandamento di Dio”. “Nel nascondimento di Nazaret, alla scuola di Giuseppe, Gesù imparò a fare la volontà del Padre”, fa notare il Papa: “Tale volontà divenne suo cibo quotidiano. Anche nel momento più difficile della sua vita, vissuto nel Getsemani, preferì fare la volontà del Padre e non la propria e si fece obbediente fino alla morte di croce”. Da tutte queste vicende, riassume il Santo Padre, “risulta che Giuseppe è stato chiamato da Dio a servire direttamente la persona e la missione di Gesù mediante l’esercizio della sua paternità: proprio in tal modo egli coopera nella pienezza dei tempi al grande mistero della Redenzione ed è veramente ministro della salvezza”.