“La Chiesa di Carpi conferma molto volentieri la sua obbedienza a Papa Francesco e il suo affetto a don Erio, che è già riuscito a diventare “il vescovo di casa”: infatti, egli ci ha conquistato con la sua mitezza evangelica nel volerci bene e con l’accettazione di restare con noi ancora in questo non leggero allargamento ministeriale”. Lo afferma mons. Ermenegildo Manicardi, vicario generale della diocesi di Carpi, commentando la nomina di mons. Erio Castellucci, arcivescovo di Modena-Nonantola a vescovo di Carpi. Per volere di Papa Francesco le due Chiese locali sono da oggi unite “in persona episcopi”.
Il vicario generale, ripercorre quanto avvenuto nell’ultimo anno e mezzo, dopo le dimissioni di mons. Francesco Cavina e la successiva nomina di mons. Castellucci ad amministratore apostolico. Ora “la decisione di nominare, quale vescovo di Carpi, l’arcivescovo di Modena-Nonantola entra in un progetto che intende ridisegnare i confini delle unità pastorali in tutto il nostro Paese, dopo gli innumerevoli interventi della seconda metà degli anni ’80 che portarono alla fusione, per prendere esempi a noi molto vicini, dell’arcidiocesi di Modena con l’Abbazia di Nonantola o della diocesi di Reggio Emilia con quella di Guastalla”. “L’unione di due diocesi nella persona di un solo vescovo, ossia il caso concreto dell’arcidiocesi e della diocesi della provincia di Modena, lascia intravedere che attualmente – prosegue mons. Manicardi – non si esclude il progetto di arrivare, in un futuro oggi non prevedibile cronologicamente, a proporre una unificazione maturata con maggiore gradualità e ‘sinodalità’, ossia con dialogo e confronto”. “Il riassetto di questi giorni – sottolinea il vicario generale – ci offre anche l’occasione per ringraziare mons. Castellucci per l’amministrazione apostolica, così amabile e ricca di teologia convincente, con cui ci ha arricchito in questi lunghi mesi, sopportando, in comunione con noi, il peso del Covid-19 e le complicazioni della pastorale, anche ordinaria, nei tempi della pandemia”. “Per tutti noi, fin da ora si apre un tempo di profonda collaborazione e di sincera sinodalità con la sede metropolitana modenese: attraverso la persona dell’arcivescovo/vescovo le migliori energie e specificità delle due comunità, modenese e carpigiana, potranno comporre un’armonia capace di arricchire entrambe e la missione comune”, sottolinea Manicardi.