“Si è da poco conclusa a Roma una settimana di intensi negoziati tra il governo del Sud Sudan e i movimenti di opposizioni riuniti nel Ssoma con la mediazione della Comunità di Sant’Egidio”. Durante i lavori le due delegazioni – chiarisce una nota di Sant’Egidio – hanno raggiunto un accordo sulla maggioranza dei punti contenuti nel testo detto “Declaration of Principles” tra cui: la natura federale del governo e la divisione dei poteri; l’identità nazionale e il rispetto delle differenze etniche, culturali e linguistiche; la creazione della National Constitutional Conference e della National Constitution Review Commission; la creazione di un meccanismo di controllo sulla governance economica (entrate, budget e spese); la riforma del settore civile e pubblico e l’istituzione di un nuovo settore della sicurezza; il rispetto delle territori e dei diritti delle comunità indigene; i confini interni tra le regioni; la partecipazione attiva della comunità internazionale in tutte le fasi successive della “Rome Initiative”.
“Rimangono due punti su cui ancora trovare accordo: la natura del conflitto e il metodo di approvazione della nuova costituzione, in corso di stesura. Sul primo punto il Ssoma insiste sulla natura etnica della guerra, mentre il governo rifiuta questa interpretazione; sul secondo esiste il contenzioso sul referendum come strumento di ratifica. Su tali temi la mediazione si è riservata di fare ulteriori proposte”. Sant’Egidio “continuerà, assieme alla comunità internazionale, nell’impegno per la ricerca di una pace inclusiva e duratura per il Sud Sudan”.