“Un libro unico, perché non ne esistono uguali. Un libro della comunità, perché generato dalla comunità cristiana, e che ogni volta si rinnova nelle celebrazioni liturgiche”. Così mons. Stefano Russo, segretario generale della Cei, ha definito la terza edizione italiana del Messale Romano, che è stata introdotta, in molte regioni, con il nuovo anno liturgico, dalla prima domenica di Avvento. “Non è soltanto un libro da leggere o da sfogliare – ha proseguito Russo, durante la conferenza stampa di presentazione in diretta streaming – ma accompagna la comunità dei credenti in Cristo. È uno strumento autorevole che ci suggerisce le parole da dire e i gesti da compiere nella celebrazione. Chi tiene alto lo spartito è tutta l’assemblea”. Perché una terza edizione del Messale Romano? “Per l’evoluzione del linguaggio – ha spiegato il segretario generale della Cei – e per la necessità che anche il Messale fosse attento alla contemporaneità”. Di qui la scelta di “un linguaggio più inclusivo, anche nella scelta delle annotazioni musicali all’interno”. Tutto ciò, per Russo, fa della nuova edizione proposta dalla Cei “un libro corale, rinnovato nel formato, nella veste grafica e nell’apparato iconografico”, grazie al contributo dell’artista campano Mimmo Paladino, “che ha realizzato delle tavole artistiche pensate appositamente per il Messale, che accompagnano le diverse parti”.