“Al momento non è accettabile rimandare persone dalla Germania in Siria. La situazione è catastrofica a livello nazionale e i pericoli per i respinti dopo il loro ritorno sarebbero immensi”. Lo ha detto oggi a Berlino il presidente della Caritas tedesca, mons. Peter Neher, commentando la discussione in corso nel Governo federale sulla possibilità che vengano rimpatriati in Siria indistintamente persone a rischio come richiedenti asilo e potenziali persone pericolose perché sospettate di collusione con frange islamiche integraliste. Il ministro federale dell’Interno, Horst Seehofer, spinge affinché, già a partire dalla Conferenza dei ministri degli Interni della prossima settimana, ci sia una disponibilità a operare azioni che allentino l’attuale divieto di espulsione. Nel suo appello Neher sottolinea che il solo metro di paragone debba essere l’attuale situazione in Siria: solo la realtà in loco e i rischi associati per le persone colpite dal decreto di espulsione sono decisivi per la possibilità di un ritorno in Siria. “Le motivazioni politiche tedesche non devono metterlo in dubbio”. La Caritas tedesca sa “per esperienza diretta della sua organizzazione umanitaria che, oltre agli atti di guerra, gli attacchi e le violenze sulla popolazione civile sono all’ordine del giorno in diverse parti del Paese”. I fronti contrapposti continuano a uccidere coloro che la pensano diversamente. Inoltre, le notizie che giungono direttamente dalla Caritas siriana “parlano di carenza di cibo e povertà in aumento esponenziale”: oltre 9 milioni di famiglie non riescono a procurarsi cibo a sufficienza e gli esperti prevedono una violenta carestia per questo inverno.