Diocesi: mons. Delpini (Milano), per costruire il futuro occorrono “visione e sogno”

“Tocca a noi rispondere al dono di Dio, al dono della vita; ciascuno con i propri talenti e confidando nell’aiuto del Signore. Tocca a noi incoraggiare chi mette mano all’impresa e ne fa programma di governo, di organizzazione, di investimento”. Nel Discorso alla città e alla diocesi mons. Delpini affronta numerosi argomenti, dal ruolo della famiglia alla sfida educativa, senza trascurare apprezzamenti per chi opera per gli altri: dai sanitari agli insegnanti, dai sindaci alle forze dell’ordine. In un ulteriore passaggio afferma: “Per dare concretezza alle buone intenzioni è necessario procedere per un cammino condiviso, riconoscere un fondamento comune, in altre parole avere una ‘visione’. Papa Francesco ce lo ha richiamato con incisiva chiarezza nella sua ultima enciclica Fratelli tutti”. “L’elaborazione di una piattaforma programmatica è indispensabile, ma è un fondamento troppo fragile. L’equilibrismo che vuole conciliare i diversi interessi e le aspettative delle molteplici presenze della società conduce a compromessi precari, ad alleanze temporanee, a collaborazioni calcolate”. Ma ciò che “può dare fondamento a una società, anche nel mutare dei suoi governi, quello che può dare motivazione a una economia, anche nelle diverse congiunture, quello che può mantenere l’identità di un popolo, anche nella molteplicità delle sue componenti, è la visione condivisa, una interpretazione pregiudiziale della storia, del presente, del futuro. In un certo senso è quel ‘sognare insieme’ che rende partecipi di un pellegrinaggio convincente. Trovo ispirazione in quello che alcuni anni fa, proprio da questo stesso ambone, ci insegnava il cardinale Martini: per entrare nel nuovo millennio che ora abitiamo non si può non condividere un sogno”. Il discorso in versione integrale è pubblicato sul portale diocesano www.chiesadimilano.it.

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