Te Deum: card. Betori (Firenze), “il mondo è malato, abbiamo bisogno di una rinascita senza atteggiamenti predatori”

In questa fine anno ed inizio dell’anno nuovo è di “una nuova nascita che abbiamo bisogno e non semplicemente di una riedizione sbiadita del passato. Non mi sembra che ci siano poi chissà quali ricchezze nel mondo malato che dobbiamo abbandonare alle nostre spalle”.  Lo ha detto stasere il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, durante i vespri e il Te deum nella cattedrale di S. Maria del Fiore. “Una rinascita – ha precisato -, così come rinacquero le nostre città dalle grandi epidemie del passato, che ne segnarono profondamente il volto ma anche fecero scaturire energie nuove che fecero la grandezza della nostra storia. Una rinascita che va pensata come un progetto comune, che tenga insieme con vincoli di fraternità tutti, in specie i più deboli. Perché il mondo che ci attende sarà veramente umano se non escluderà nessuno, non ammetterà scarti e a tutti riconoscerà piena dignità”. Secondo il cardinale Betori le radici della presente pandemia “vanno cercate nello squilibrio che si è introdotto nel rapporto dell’uomo con il creato”. “Sento di condividere – ha sottolineato – gli avvertimenti che ci vengono da chi osserva come sia il nostro modo di abitare il pianeta a introdurre fratture negli ecosistemi tali da generare quei passaggi degli agenti patogeni dagli animali all’uomo che sono all’origine delle ultime epidemie da virus. Diventa sempre più urgente promuovere il rispetto verso il mondo che ci circonda, lasciando da parte gli atteggiamenti predatori che ancora caratterizzano comportamenti individuali e modelli di sviluppo, favorendo invece comportamenti responsabili, come quelli indicati da Papa Francesco nell’ecologia integrale proposta nell’enciclica Laudato si’. Una rinnovata attenzione al creato come casa comune dovrà essere componente fondamentale di un progetto di rinnovata economia sociale”.

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