Il sacerdote José María Di Paola, più noto come padre Pepe, “storico” punto di riferimento dei curas villeros, i sacerdoti dei quartieri popolari della periferia di Buenos Aires, ha definito “vergognoso” che il Parlmento approvi la legge sull’aborto, nello stesso momento in cui la gente dei quartieri popolari e delle province reclama che “altre questioni più urgenti vengano affrontate in tempi di crisi sociale e sanitaria”. Il sacerdote, nelle prime dichiarazioni che hanno fatto seguito all’approvazione della legge che legalizza l’aborto volontario da parte del Senato, riportate dall’agenzia Aica, ha spiegato che i legislatori “non hanno rappresentato” la popolazione delle periferie e dei quartieri popolari, ma piuttosto “i grandi monopoli e le indicazioni che vengono dall’esterno e dalle grandi imprese”.
Invece, “le donne nei quartieri popolari chiedono che vangano affrontati i problemi di salute che hanno a che fare con loro e con le loro famiglie, ma non hanno nulla a che fare con l’aborto. Nei nostri quartieri vogliamo affrontare le questioni che hanno a che fare con la sicurezza, con il lavoro, l’istruzione, la connettività o avere una casa. Ci sono molte questioni in cui i nostri leader fingono di essere distratti”.
“Un senatore deve rappresentare la popolazione che ha votato per lui, quello che è successo sull’aborto è grave”, ha avvertito padre Pepe, che ha poi concluso: “Come ha detto il beato martire, monsignor Enrique Angelelli, spero che i senatori abbiano almeno le orecchie rivolte al popolo. E se sono cristiani, meglio che prestino ascolto al Vangelo. Intanto domani noi nei quartieri popolari continueremo a cucinare, a disinfettare, continueremo con le attività per i nostri bambini e giovani più vulnerabili”.