“È stato come una bomba nucleare forte, la gente spaventatissima si è riversata per strada, le persone tremavano, un incubo, un disastro, la terra ha tremato per più di 30 secondi, un tempo che sembrava infinito”. È il racconto al Sir del padre carmelitano Srecko Rimac, residente a Zagabria e maestro per gli studenti di teologia dell’Ordine carmelitano in Croazia. Negli ultimi tre giorni la Croazia è stata scossa da una serie di terremoti, in totale 5, per ora la più forte è stata registrata ieri attorno a mezzogiorno con magnitudo di 6,3. “La zona più colpita però – aggiunge – è Sisak e soprattutto la cittadina di Petrinja, un centro con 25mila abitanti a 50 km a sud-est da Zagabria; lì la metà della città è distrutta mentre nei paesini vicini come Glina non è rimasta neanche una casa che non è rasa al suolo”. “Le persone hanno dormito per strada, in macchina, nei palazzetti dello sport e il meteo non aiuta perché ha anche piovuto”. “Per adesso il bilancio dei morti è di 7 persone ma molti rimangono i dispersi, tutto l’esercito, tutte le forze dell’ordine e molte associazioni come la Caritas e altri sono sul posto ma ci vuole del tempo per far arrivare gli aiuti e organizzare”, spiega il sacerdote croato. In molti posti è stata ripristinata la corrente elettrica che è mancata per circa 24 ore.” Il 2 gennaio – aggiunge – sarà giornata di lutto nazionale mentre il governo ha già promesso 15 milioni di euro di aiuto per la zona colpita”. Infatti, padre Rimac rileva “che il primo appello della Caritas e del vescovo Kosic per chi ne avesse bisogno o volesse donare è di cercare aiuto dalle organizzazioni perché molte persone di iniziativa spontanea volevano recarsi sul posto e portare aiuto ma si intasano le strade e dunque l’appello è di rivolgersi alle istituzioni e organizzazioni come Caritas e Croce Rossa”. Padre Rimac continua il suo racconto specificando che la zona colpita “Petrinja insieme alla regione di Sisak è tra le parti più povere della Croazia, non tutti hanno lavoro e ora l’unica cosa che avevano, la casa, è stata distrutta”. “Queste persone – continua – sono state colpite duramente dalla guerra balcanica ma si sono ripresi e ora nuova sciagura”.