Imprese: Istat, nel 2018 il 41,9% del valore aggiunto nazionale è concentrato nell’1% dei Comuni. L’industria perde ulteriore peso nel Mezzogiorno

Nel 2018 la distribuzione territoriale del valore aggiunto generato dalle unità locali delle imprese industriali e dei servizi resta sostanzialmente stabile rispetto all’anno precedente: il 37,8% proviene dal Nord-ovest e il 25,5% dal Nord-est; seguono il Centro con il 20,4% e il Mezzogiorno con il 16,4%. È quanto emerge dal report sui “Risultati economici delle imprese e delle multinazionali a livello territoriale” relativo al 2018 diffuso oggi dall’Istat.
“In termini di macro settori – spiega l’Istat –, rispetto al 2017 l’industria perde ulteriore peso non solo nel Mezzogiorno (-0,3 punti percentuali) ma anche nel Nord-ovest (-0,2 punti) e nel Centro (-0,1 punti), in favore del Nord est, che invece aumenta il proprio peso di +0,5 punti percentuali. Il comparto dei servizi acquista rilevanza economica nel Nord-ovest (+0,2 punti) dove registra una crescita rispetto all’anno precedente del 4,2% mentre riduce il suo peso nel Nord-est (-0,2 punti)”.
Stando ai dati diffusi, il 41,9% del valore aggiunto generato dal totale dell’economia è concentrato nell’1% dei Comuni (80 in valore assoluto). Per più della metà dei casi (56) si tratta di Comuni capoluogo di aree metropolitane. Le zone densamente popolate appartenenti all’1% dei Comuni a maggior valore aggiunto realizzano l’85% del valore aggiunto di tutte le zone densamente popolate. Per il rimanente 99% dei Comuni, che producono il 58,1% del restante valore aggiunto, per poco più di due terzi si tratta di Comuni mediamente popolati (67,9%) e per un quinto di comuni delle zone rurali (20,1%). “I comuni mediamente popolati, in particolare, realizzano la totalità del valore aggiunto di molti sistemi locali del Made in Italy (gioielli, occhiali e strumenti musicali, legno e mobili, pelle e cuoio, tessile e abbigliamento) e, tra i non manifatturieri, di quelli portuali e a vocazione agricola”, spiega l’Istat.
Anche per il 2018 nelle prime 20 posizioni in termini di valore aggiunto si attestano soltanto Comuni capoluogo, ad eccezione di San Donato Milanese che mantiene la 17ª posizione, come nell’anno precedente. La graduatoria dei Comuni, che generano il 29,2% del valore aggiunto nazionale, resta sostanzialmente invariata rispetto al 2017: Brescia (12ª) e Parma (13ª) guadagnano una posizione e Modena (14ª) scende di due. Milano e Roma si collocano largamente in testa alla classifica dei Comuni capoluogo, prevalendo il primo nei servizi e la seconda nell’industria.
Dal report emerge anche che la manifattura high-tech è presente in 1 Comune su 4 mentre rimane limitato il ruolo delle multinazionali nel Mezzogiorno.

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