Turismo: Istat, in Italia nei primi nove mesi del 2020 in forte flessione i viaggi per motivi di lavoro. Ridotte a un quarto le presenze nelle grandi città

Foto Calvarese/SIR

Nei primi nove mesi del 2020 i viaggi effettuati dai residenti pernottanti negli esercizi ricettivi diminuiscono di circa il 30% rispetto allo stesso periodo del 2019. Il decremento più consistente si rileva nel segmento dei viaggi svolti per motivi di lavoro, che rappresentava nei primi nove mesi del 2019 il 13,6% degli spostamenti e circa l’8% delle presenze e che, nello stesso periodo del 2020, si riduce a meno della metà. È quanto comunica oggi l’Istat diffondendo il report sul “Movimento turistico in Italia” nel periodo gennaio-settembre 2020.
Stando ai dati diffusi, tra le vacanze, le visite a parenti e amici subiscono la riduzione maggiore (-66,0%) mentre i viaggi di piacere o svago calano del 20,0%. Dalle prime stime effettuate a livello regionale, risulta che le flessioni del numero di presenze siano maggiori, rispetto allo stesso periodo del 2019, nel Lazio (-73,6%), in Campania (-72,2%) e in Liguria (-71,9%). Nessuna regione presenta incrementi, tuttavia le Regioni che, seppur in calo, presentano diminuzioni più contenute sono le Marche (-27,0%), il Molise (-29,0%), le Province autonome di Bolzano (-29,5%) e Trento (-31,2%), l’Abruzzo (-36,9%), la Valle d’Aosta (-37,8%) e la Puglia (-42,0%).
Per quanto riguarda il turismo nelle grandi città, nel trimestre estivo la flessione è stata pari al 76,3% nei mesi di luglio, agosto e settembre 2020 rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno; per i Comuni a vocazione culturale è pari a -41,2%, per quelli a vocazione marittima è -38,7% mentre per i Comuni a vocazione montana è -19,4% (-36,1% la flessione media nazionale).
Nel trimestre estivo del 2020 i clienti italiani che hanno soggiornato nelle strutture ricettive del Paese sono circa l’86% di quelli dell’estate precedente in termini di presenze. La diminuzione di questa componente della domanda è più contenuta nei mesi di agosto (-6,7%) e settembre (-7,8%). Dall’analisi dei flussi, emerge che ad agosto la scelta degli italiani si sia orientata più verso destinazioni meno consuete, presumibilmente meno affollate e con una più ampia ricettività di tipo extra-alberghiero (agriturismi, open air, ecc.) a discapito delle destinazioni estive più tradizionali, ossia le località balneari e le grandi città.

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