Nel periodo da ottobre 2019 a febbraio 2020, il turismo invernale ha mobilitato 95,2 milioni di presenze, di cui 17,7 milioni (pari al 18,5% del periodo) concentrate nel solo mese di dicembre e, ancora più nello specifico, 4,2 milioni nelle sole località montane. Si tratta di volumi che con alta probabilità risulteranno fortemente ridimensionati a causa del persistere dell’emergenza sanitaria determinata dalla pandemia. È quanto comunica oggi l’Istat diffondendo il report sul “Movimento turistico in Italia” nel periodo gennaio-settembre 2020.
Nonostante la riapertura delle frontiere dopo il lockdown, le presenze di stranieri hanno continuato a registrare flessioni molto negative, con un trimestre estivo che è riuscito a realizzare solo il 40% delle presenze di clienti stranieri rilevate nel 2019. Dei turisti stranieri presenti nel trimestre estivo del 2020, quasi la metà (47,4%) è rappresentata dai tedeschi; seguono i clienti provenienti da Svizzera e Liechtenstein (con una quota dell’8,6%), Paesi Bassi (8,0%), Austria (6,8%) e Francia (5,6%). Praticamente nulle le presenze dei clienti provenienti dagli Stati Uniti (0,7%) che erano una delle prime tre nazionalità di provenienza della clientela estera.
Considerando tutto l’anno in corso, “la diminuzione della domanda e i cambiamenti nella scelta delle destinazioni, del tipo di alloggio e della durata del soggiorno fanno presumere – spiega l’Istat – un forte impatto sulla composizione e la distribuzione della spesa turistica”. Stando ai dati diffusi, nel 2019, si stima che la spesa media per una vacanza trascorsa pernottando negli esercizi alberghieri (pari a 568 euro) sia stata superiore di circa il 39% a quella sostenuta per gli esercizi extra-alberghieri (409 euro) e la maggiore sofferenza mostrata dai primi in termini di volumi fa presagire un calo ancora più ampio della spesa sostenuta dalle famiglie per il turismo. Inoltre, va considerato il fatto che in Italia, la spesa media per le vacanze è stata più alta nel trimestre estivo 2019 (518 euro in media) e ha raggiunto il minimo (273 euro) nel primo trimestre. Sulla spesa incide anche la durata della vacanza; infatti in estate la spesa media giornaliera è stata più bassa (72 euro), poiché i soggiorni sono mediamente più lunghi.