Il Centro Astalli esprime allarme per le condizioni di estremo pericolo, indigenza e sofferenza in cui versano migliaia di migranti nei Balcani, vittime – da ultimo – di un vasto incendio che ha raso al suolo il campo in cui vivevano in condizioni già di per sé inaccettabili. “L’Europa – chiede padre Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli – si faccia carico di attivare ora piani di ricollocamento e redistribuzione in tutti gli Stati membri per portare in salvo migranti forzati che hanno diritto ad essere accolti e protetti. Non è possibile abbandonare degli esseri umani nella neve. Mettiamo fine alla guerra contro i migranti combattuta con le armi dell’indifferenza e della cieca noncuranza”. Quella nei Balcani, al confine con l’Italia, secondo il Centro Astalli “è una situazione di violazione dei diritti umani ai danni di persone in fuga da contesti di guerra e crisi umanitarie come Iraq, Siria e Turchia. I Balcani sono oggi teatro di fatti gravissimi documentati dalla stampa europea e dalle principali organizzazioni umanitarie: una situazione che rischia di divenire una catastrofe umanitaria”. Canali umanitari e vie legali di ingresso restano “soluzioni strutturali e prioritarie per la gestione controllata e sicura degli ingressi di migranti in Europa”. Per questo il Centro Astalli non smette di chiedere a istituzioni nazionali e sovranazionali la loro “immediata attivazione”.