“La famiglia di Nazareth è un prototipo e una scuola di vita. L’opera più grande di salvezza avviene all’interno di una famiglia. Ecco perché la nostra famiglia è il luogo privilegiato dove si compie la volontà di Dio. Lì si realizza la redenzione”. A sottolinearlo è stato ieri il vescovo ausiliare di Perugia-Città della Pieve, mons. Marco Salvi, durante l’omelia della celebrazione eucaristica che ha presieduto in occasione della festa della Santa Famiglia di Nazareth nella chiesa parrocchiale di San Sisto (Pg) dedicata proprio alla Sacra Famiglia. Negli anni scorsi, questa significativa ricorrenza, promossa dall’Ufficio diocesano per la Pastorale familiare, vedeva la partecipazione di centinaia di famiglie a diversi incontri e attività per adulti e fanciulli. Quest’anno, a causa dell’emergenza sanitaria, è stata circoscritta alla celebrazione eucaristica e alla presentazione dei nuovi direttori dell’Ufficio diocesano per la pastorale familiare, Luca e Roberta Convito. Nel corso della celebrazione è stato dato spazio alla testimonianza di una famiglia, che ha raccontato come ha vissuto il difficile momento del lockdown, con figli piccoli in casa, sostenuta anche dalla fede. E sulla fede, fondamento della famiglia cristiana, si è soffermato, sempre nell’omelia, il vescovo ausiliare: “La famiglia è lo spazio della normalità della vita e della fede. Non è nei discorsi, non è nei pensieri e neanche nei sentimenti che si sviluppa il disegno di salvezza di Dio”, ha ammonito, “ma è nelle circostanze quotidiane”. “Non si può fondare una famiglia sull’istintività o sul sentimentalismo”, ha proseguito mons. Salvi, sottolineando che “ogni atto quotidiano più normale che compiamo è legato all’eternità di Dio. Anche il gesto più semplice come ad esempio dare lo straccio in terra, non è banale: qui, nel quotidiano della famiglia, l’Eterno si manifesta”.