Sovraffollamento ancora oltre i limiti di guardia, un aumento dei positivi al Covid rispetto alla prima ondata, misure coercitive assunte in nome della sicurezza sanitaria, la sospensione di alcune attività risocializzati come la scuola e di servizi essenziali affidati ai volontari, la cui presenza è stata “drasticamente ridimensionata” in nome della sicurezza sanitaria. È quanto emerge da un documento elaborato dagli operatori dell’area Carcere di Caritas Ambrosiana sulla situazione degli istituti penitenziari di San Vittore, Bollate e Opera. Secondo le informazioni raccolte dagli operatori, le persone detenute complessivamente positive al virus nelle tre carceri della città metropolitana sarebbero attualmente circa 260 (il 7,7%), una percentuale più elevata di quella che si era registrata durante la primavera.
Nonostante il calo della popolazione carceraria dell’8% rispetto a quella registrata all’inizio dell’anno, permane la denuncia di una situazione di sovraffollamento: i posti teoricamente disponibili sono solo 2.923 a fonte dei 3.400 detenuti presenti. Uno degli aspetti che più preoccupa gli operatori della Caritas Ambrosiana riguarda la chiusura della scuola e di gran parte delle attività lavorative, culturali, ricreative e di sostegno psicologico, sociale che nei tre istituti erano garantite dalla presenza di operatori esterni all’amministrazione penitenziaria e dei volontari. Segnalata, inoltre, la riduzione del numero dei volontari in tutti e tre gli istituti. Dalle informazioni raccolte dagli operatori risulta che “la situazione sia particolarmente critica nella casa circondariale di San Vittore, dove molti detenuti non hanno ancora ricevuto abiti adatti per proteggersi dal freddo. Anche l’accesso degli avvocati è “fortemente limitato e non riesce a essere opportunamente sostituito dai colloqui telefonici o dalle video-chiamate”.