“Riconoscerti figlio di Dio, figlia di Dio”. È questo “il punto di partenza di qualsiasi rinascita”. Nell’omelia della messa di Natale, celebrata nella basilica di San Pietro alla presenza di pochi fedeli, a causa delle misure restrittive per la pandemia in corso, il Papa ha usato il “tu” per rivolgersi a ciascuno di noi e commentare il versetto biblico, tratto dal libro di Isaia, che ha fatto da filo conduttore alle sue parole: “Ci è stato dato un figlio”. È questo, ha spiegato Francesco, “il cuore indistruttibile della nostra speranza, il nucleo incandescente che sorregge l’esistenza: al di sotto delle nostre qualità e dei nostri difetti, più forte delle ferite e dei fallimenti del passato, delle paure e dell’inquietudine per il futuro, c’è questa verità: siamo figli amati. E l’amore di Dio per noi non dipende e non dipenderà mai da noi: è amore gratuito, pura grazia”. “Questa notte non trova spiegazione in altra parte, soltanto nella grazia: tutto è grazia, il dono è gratuito, senza merito di ognuno di noi”, ha aggiunto a braccio. “Stanotte, ci ha detto san Paolo, è apparsa infatti la grazia di Dio”, ha proseguito il Papa commentando le letture. “Niente è più prezioso. Ci è stato dato un figlio. Il Padre non ci ha dato qualcosa, ma il suo stesso Figlio unigenito, che è tutta la sua gioia”. “Si sente spesso dire che la gioia più grande della vita è la nascita di un bambino”, l’esordio dell’omelia: “È qualcosa di straordinario, che cambia tutto, mette in moto energie impensate e fa superare fatiche, disagi e veglie insonni, perché porta una felicità indescrivibile, di fronte alla quale niente più sembra che pesi. Così è il Natale: la nascita di Gesù è la novità che ci permette ogni anno di rinascere dentro, di trovare in lui la forza per affrontare ogni prova. Sì, perché la sua nascita è per noi: per me, per te, per ciascuno”. “Il Figlio di Dio, il benedetto per natura, viene a farci figli benedetti per grazia”, l’annuncio di Francesco: “Sì, Dio viene al mondo come figlio per renderci figli di Dio. Che dono stupendo! Oggi Dio ci meraviglia e dice a ciascuno di noi: ‘Tu sei una meraviglia’. Sorella, fratello, non perderti d’animo. Hai la tentazione di sentirti sbagliato? Dio ti dice: ‘No, sei mio figlio!’. Hai la sensazione di non farcela, il timore di essere inadeguato, la paura di non uscire dal tunnel della prova? Dio ti dice: ‘Coraggio, sono con te’. E non te lo dice a parole, ma facendosi figlio come te e per te, per ricordarti il punto di partenza di ogni tua rinascita”.