“Quest’anno, in occasione delle feste natalizie segnate dall’emergenza sanitaria causata dalla pandemia, desidero farmi maggiormente a voi vicino per consegnare a ciascuno una parola intrisa di speranza e di conforto”. Lo scrive l’arcivescovo di Amalfi–Cava de’ Tirreni, mons. Orazio Soricelli, nel suo messaggio per Natale.
“Stiamo vivendo una pagina triste della storia umana che ci ha colti impreparati e disarmati, mettendo a dura prova le nostre sicurezze a qualsiasi livello. Le nostre relazioni e il senso stesso della comunità ecclesiale hanno subito un evidente cambiamento – osserva il presule -.
Consci di tutto ciò siamo altresì consapevoli di non essere mai stati soli, lasciamoci sempre accompagnare dall’azione vivificante della Parola, sostenuti dal desiderio di riprendere il cammino insieme su strade sempre più avvincenti, con l’audacia dei cristiani della prima ora, testimoni credibili della speranza cristiana”.
Di qui l’esortazione: “Apriamo il cuore e lasciamoci avvolgere dallo splendore del ‘Veniente’, che si dona per moltiplicare la gioia e aumentare la letizia”. “Anche la mia – aggiunge – è una parola di incoraggiamento tesa a rivolgere lo sguardo verso l’alto, per accogliere l’annuncio gioioso degli angeli con maggiore attenzione e raccoglimento. Quest’anno siamo chiamati a vivere il Natale con sobrietà: suoni, luci, pranzi e cibi caratteristici, tradizioni locali concorrono sicuramente a creare l’atmosfera della festa ma ne rappresentano il contorno, per noi cristiani al centro c’è Gesù. Senza Gesù non c’è Natale, non ha senso fare festa”.
L’arcivescovo suggerisce: “Prepariamo il presepe nelle nostre case, facciamo in modo che sia occasione per sperimentare e vivere il fascino dell’attesa del Dio con noi. Egli viene come il Dio dell’Amore e ci chiede di piegare il capo per fare spazio all’altro, rinunciamo al nostro orgoglio e ad ogni forma di egoismo, intrecciamo relazioni libere, vere, autentiche”.
Mons. Soricelli rivolge “auguri di pace” ad “anziani e ammalati, a quanti si prodigano nella loro cura, ai responsabili delle Istituzioni civili, alle comunità parrocchiali, ai presbiteri, ai diaconi, ai religiosi, alle religiose, ai catechisti, agli operatori pastorali e ai singoli fedeli per lo straordinario impegno e per l’eccezionale creatività a sostegno dell’annuncio e di qualsiasi altra forma di vicinanza messa a disposizione in questo tempo”.