Natale 2020: mons. Cipolla (Padova) ad anziani e disabili, “vi vogliamo bene e vi portiamo nel cuore, preghiamo con voi e per voi”

“È Natale perché celebriamo con fede la presenza del Signore nella nostra vita, presenza preziosa, incoraggiante, apportatrice di speranza e di consolazione soprattutto nei momenti delle difficoltà e delle tragedie”: lo sottolinea mons. Claudio Cipolla, vescovo di Padova, nella lettera che per Natale scrive agli anziani, alle persone non autosufficienti, ai disabili e agli operatori delle Rsa e delle case di riposo.
“C’è una certezza che mi preme comunicare ed è che il Natale, la presenza del Figlio di Dio nella nostra vita, come uomo che conosce la condizione umana, non dipende da noi e dalle nostre celebrazioni ma da Lui, dal suo amore per ciascuno di noi e per la nostra storia. Egli, il Signore, viene anche se non lo accogliamo, ci vuole bene anche se non lo crediamo”, precisa il presule.
“In questo periodo natalizio, di solito, a portarci consolazione e calore sono le persone più care. Spesso sono trasparenza dell’amore del Signore. Tanti colgono nel ricordo di un nipote, nell’abbraccio di un figlio, nella carezza di un amico o di un familiare, a volte anche in un semplice biglietto di auguri, un segno di Dio che non si dimentica di noi e che non ci abbandona mai. Per questo si crea un clima caldo, dolce, affettuoso…”, ma “quest’anno non sarà così facile. Però ricordiamoci che non vengono meno gli affetti, ma gli abbracci e l’incontro personale. Come non viene meno la presenza dell’Emmanuele, Dio con noi, nella nostra giornata”.
Con questa lettera, aggiunge mons. Cipolla, “vorrei anch’io farmi vicino e dirvi che vi vogliamo bene: vi vuole bene il vescovo, la vostra comunità cristiana, la vostra famiglia. Vi vuole bene il Signore e tutti coloro che già sono in cielo. Vi vogliamo bene e vi portiamo nel cuore, preghiamo con voi e per voi. Spero che tutti i sacerdoti invitino le loro comunità a elevare una preghiera per voi”.
Il vescovo assicura: “Pur ‘bloccati’ in una struttura, lì nella casa in cui abitate insieme con altri a causa della vostra età o della malattia, sappiate che tanti si ricorderanno di voi e che appena possibile verranno a trovarvi e ad abbracciarvi. Anche loro, infatti, sentono la vostra mancanza e soffrono l’impossibilità dell’incontro”.
Un pensiero va anche a quanti servono per professione le residenze: “So che si stanno dedicando al loro lavoro ben oltre i doveri professionali e sono molto attenti e preoccupati per la vostra salute. Vorrei ringraziarli e incoraggiarli a vivere il loro servizio rappresentando i familiari e gli amici e anche le nostre comunità cristiane. Il Natale parla anche a loro: il Signore motiva il loro impegno e dona forza per assolvere il proprio incarico anche nella stanchezza”.
Molti operatori sono credenti: “Li invito allora a dire una preghiera con voi o a darvi una benedizione; loro che possono incontrarvi anche a nome mio. Forse è sufficiente una carezza per parlare di Dio e per dirvi che è nato, anche quest’anno, per ciascuno di noi”, conclude mons. Cipolla.

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