“Questa piccola Chiesa, con 1.300 battezzati locali, in questo tempo di coronavirus si prepara a vivere un Natale speciale. Saremo in lockdown, quindi non sono permesse le celebrazioni nelle chiese. Quindi dovremo avere una forma molto ridotta, familiare di celebrazioni”. Lo dice al Sir, in un videomessaggio, mons. Giorgio Marengo, dei Missionari della Consolata, vescovo cattolico e missionario italiano, dal 2 aprile 2020 prefetto apostolico di Ulan Bator (Mongolia). Con lui un sacerdote fidei donum dalla Corea del Sud e un diacono in attesa dell’ordinazione sacerdotale. “Una Chiesa piccola che vive in mezzo ad alcune difficoltà, ma che si prepara a vivere questo Natale come un incontro di speranza, un momento in cui lodare Dio per la sua venuta in mezzo”. Riferendo l’organizzazione di collegamenti dalla “nostra piccola cappella”, mons. Marengo riferisce di un Natale celebrato in famiglia per le persone del luogo. “Ci sarà chi lo vivrà nella propria tenda tradizionale mongola, chi lo vivrà dal proprio appartamento, in famiglia, o magari singole persone si collegheranno e pregheranno”. Quello descritto è “un momento difficile per tutti”, da una parte, mentre dall’altra “vogliamo invocare il dono di un nuovo slancio missionario per questa piccola Chiesa affinché possa continuare con la forza del Bambino Gesù che viene in mezzo a noi a testimoniare, ad annunciare il Vangelo, la Buona Notizia a quelli che ancora non la conoscono”.