“In un mondo rimpicciolito dal virus e costretto a un’unica battaglia, si profila la chance di una svolta epocale in senso umanistico e solidale” e “senza alternative”. Lo afferma il vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni, nel suo messaggio di Natale. “Occorre fare esercizio di libertà e sapienza: io cosa voglio, cosa scelgo di vivere e di pensare? Come vivrò questo Natale… di Gesù?”, chiede il vescovo. “Chiedercelo solo al singolare non basta – sottolinea -, potrebbe farci accomodare nella piccola fortuna privata che a molti è concessa, ma non a tutti. E che tanto illude. E che presto scompare.
Meglio declinare al plurale, comunitario, sociale ed ecclesiale, la questione del Natale 2020, che poi è quella del senso della vita. Pensando anche ai malati e agli anziani, ai poveri e alle persone sole, ai medici e ai lavoratori, ai bambini e alle loro famiglie”. “La nascita di Gesù, creduta e vissuta, e non soltanto ricordata e festeggiata – scrive -, può essere davvero il decisivo vaccino per tutti, per rigenerare il mondo secondo il disegno del Padre, a cominciare dai più piccoli e deboli”. “Dio non è stanco degli uomini – conclude -, è sempre creativo nella sua iniziativa di amore e salvezza. Anche se lo fa chiamando ciascuno ad una risposta personale decisa e impegnativa”.