Quest’anno il Natale nelle carceri è “un Natale invisibile”. Lo ha detto don Raffaele Grimaldi, Ispettore dei cappellani delle carceri d’Italia, ai detenuti e alle loro famiglie, nel corso di una intervista televisiva per l’emittente TeleradiosanPietro di ispirazione cristiana. “Non è un bel Natale nel piatto dei detenuti – ha affermato don Grimaldi – perché molti di loro non faranno colloqui con i loro familiari. Qualcuno avrà la possibilità di fare un collegamento online con i propri familiari e, quindi, anche per loro è un Natale particolare a seguito della emergenza sanitaria. La pandemia ha imprigionato ancor di più i tanti fratelli detenuti che vivono nelle carceri. E lo è anche per i cappellani, per il mondo del volontariato che, come ogni anno e in questo periodo, normalmente sono molto presenti attraverso la convivialità e la comunione reciproca con i pranzi, le celebrazioni, gli eventi artistici, ricreativi, eventi culturali e di catechesi”. “Quest’anno purtroppo – ha proseguito – il Natale è diverso a causa delle ulteriori restrizioni che si vivono all’interno delle carceri, a seguito delle misure di contenimento anti Covid-19”. Negli istituti penitenziari, ha spiegato, “non mancano le difficoltà strutturali di adeguamento per la prevenzione sanitaria e soprattutto per la scoraggiante paura di essere contagiati”. Durante il Natale c’è però “molta solidarietà e vicinanza con le persone che vivono il carcere soprattutto ora che la pandemia ha distanziato maggiormente e ha acuito le criticità”. Don Grimaldi lancia perciò un appello “affinché l’attenzione verso il carcere non sia relegata soltanto a questi momenti, ma ci sia la continuità e la consapevolezza che fuori dal carcere i detenuti devono trovare una società inclusiva e accogliente”.