“Gesù nasce nel freddo impregnato di dolore di tante famiglie che sperimentano la sofferenza della malattia o della perdita di una persona cara; nella solitudine di chi è costretto a rimanere in quarantena o nelle case di riposo senza poter ricevere una visita, un sorriso, una stretta di mano; nel buio di cuori smarriti per la paura del futuro perché hanno perso il lavoro o chiuso l’attività commerciale; nel coraggio, non senza paura, di medici, infermieri, farmacisti che con amore continuano a lottare per non consegnare a sorella morte tanti fratelli e sorelle; nei tanti volontari Caritas e non che, su tutto il territorio, sono quotidianamente pronti a venire incontro alle vecchie e nuove povertà che questa pandemia ha notevolmente accentuato, seminando amore e raccogliendo germogli di gratitudine”. È un passaggio della lettera di mons. Antonio Giuseppe Caiazzo, arcivescovo di Matera-Irsina, per il prossimo Natale.
“Attualissimo – osserva il presule – mi sembra il pensiero del grande vescovo don Tonino Bello: ‘Il Natale di quest’anno ci farà trovare Gesù e, con lui, la festa di vivere, il gusto dell’essenziale, il sapore delle cose semplici, la fontana della pace, la gioia del dialogo, lo stupore della vera libertà’”. “Sì, nasce Gesù nella nostra vita! Lo accogliamo con lo stesso amore di Maria e Giuseppe, di ogni mamma e papà che accolgono una nuova vita illuminando con il sorriso i propri occhi, incantati e commossi”, l’esortazione di Caiazzo, che conclude: “Questo è il vero presepe, fatto di storie nostre, di oggi, dove volti e personaggi sono attuali non quelli di ieri: ognuno con la sua storia, i suoi drammi, le sue gioie, le proprie ricchezze e miserie”.